WWF Travel: un weekend tra il Parco dei 100 laghi e il crinale del Parco dell’Appennino Tosco Emiliano

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Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano si estende lungo la dorsale appenninica tra l’Emilia-Romagna e la Toscana interessando le province di Massa-Carrara, Lucca, Reggio Emilia e Parma. Tra i passi della Cisa e delle Forbici, i crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia lasciano il posto a un ambiente di vera montagna.

Le vette dell’Alpe di Succiso, del Monte Prado e del Monte Cusna superano i 2000 metri, le foreste lasciano il posto alle rocce, ai laghi e alle praterie d’alta quota. Più in basso, sul versante emiliano, l’inconfondibile Pietra di Bismantova domina il paesaggio con le sue pareti verticali.

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano vanta una straordinaria ricchezza di ambienti, dalle praterie alle brughiere a mirtillo alle vette più impervie; e ancora laghi, cascate, specchi d’acqua, pareti rocciose che si stagliano a picco sui torrenti; animali come il lupo, il muflone, il capriolo, l’aquila reale e rarità botaniche che fanno di intere zone veri e propri giardini botanici naturali.

Oggi sempre più turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette visitano il Parco, dove ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un’agenda diversa.

SPECIALE PERCHÈ
• Crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia
• Imponenti fortezze medievali, chiesette sperdute nei boschi, antiche strade selciate e fabbricati in pietra

IL PAESAGGIO
I territori del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che si sviluppano dal crinale appenninico principale alle colline del suo intorno, presentano una grande varietà di esposizioni e di quote altimetriche, caratteristiche che hanno generato diversi ambienti, da quelli più freddi e nudi, alle foreste, alle colline, nei quali l’uomo nei secoli si è inserito in maniera più o meno significativa.

LA FLORA
Il territorio del Parco Nazionale si presenta come un complesso insieme di ambienti differenti a cui corrisponde una straordinaria diversità di tipologie di vegetazione e di specie della flora. Brughiere a mirtilli, praterie di vetta, boschi di faggio e di quercia, rimboschimenti di conifere, castagneti e preziose torbiere caratterizzano in modo significativo il paesaggio e il territorio del Parco.

LA FAUNA
Il territorio del Parco Nazionale comprende una grande varietà di ambienti che consente a moltissime specie animali di trovare le condizioni adatte per vivere e riprodursi.
Parte del fascino degli animali di montagna risiede proprio nella loro capacità di vivere in condizioni difficili, spesso estreme. Il gelo invernale, la scarsità di cibo, il vento sferzante e le forti radiazioni solari vengono affrontati grazie ad adeguate strategie di adattamento.
Così, ogni ambiente del Parco, se osservato con attenzione, rivela una grande ricchezza di forme animali. Una meravigliosa abbondanza di specie che spesso risulta invisibile a chi non vi si avvicina con pazienza e rispetto.

Durata

3 giorni

Distanza

tot. 25 km

Dislivello

tot. 2.200 mt.

Qualche immagine in anteprima

Equipaggiamento

Una scheda dettagliata sull'equipaggiamento verrà inviata a tutti i partecipanti direttamente dalla segreteria di WWF TRAVEL / FOUR SEASONS NATURA E CULTURA

Grado di difficoltà

Media di tipo E

Cosa significa DIFFICOLTÀ MEDIA DI TIPO "E"?
Itinerari che si svolgono su terreni di ogni genere, non necessariamente segnalati al piano di calpestio, ma chiaramente riportati in cartografia, ivi compresi quelli che presentano forte esposizione, svolgendo livelli e sviluppi sempre superiori a quelli di grado T; sviluppano in zone scarsamente antropizzate, dove l’attraversamento di corsi d’acqua può avvenire a guado, senza però che vi sia pericolo di essere trascinati dalla corrente in caso di caduta, o con l’utilizzo di “ponti tibetani” o passerelle assimilabili, dove è in genere difficoltoso trovare rapidamente riparo dalle intemperie o chiamare aiuto in caso di infortunio e spesso può non essere facile approvvigionarsi di acqua potabile e cibo. È percorribile anche da famiglie con bambini ed anziani, a patto che siano sufficientemente allenati e in ottime condizioni di salute, che non soffrano di vertigini, che siano equipaggiati in modo adeguato e specifico, che conoscano bene l’ambiente di svolgimento e siano in grado di orientarsi agevolmente usando la carta topografica e l’orientamento intuitivo.

Segnalazioni particolari

Programma:

1° GIORNO: LAGDEI, RIFUGIO MARIOTTI
Ritrovo nel primo pomeriggio a Parma in stazione FF.SS. e trasferimento con navetta a Lagdei (63 km, 1h 20 min). Salita a piedi al Rifugio Mariotti.
Cena e pernottamento presso il rifugio.
2 km con 300 metri di dislivello (1 h circa).

2° GIORNO: IL SENTIERO DI CRINALE, LAGO SANTO E LAGO SCURO
Colazione in rifugio e trekking a partire da Lago Santo (1530 m.) verso il sentiero di crinale AVP (CAI 00) e la vetta del Monte Maragna (1851 m.). Percorso di crinale tra Emilia e Toscana che tocca le vette del Monte Aquilotto (1747) e Aquile (1779). Dal Passo delle Guadine, con vista dall’alto sulla Riserva integrale Guadine Pradaccio e il relativo lago, si attraversano le praterie della Capanna di Badignana per la sosta del pranzo al sacco e si procede verso il Passo Fugicchia da cui inizia la discesa verso il Lago Scuro prima e i Lagoni poi. Cena e pernottamento al Rifugio dei Lagoni a 1340 m.
11 km con tot. salite accumulate 1000 m. – discese 1200 m.

3° GIORNO: IL MONTE BRAGALATA E IL LAGO VERDE
Colazione in rifugio e trekking sui sentieri che affiancano i Lagoni, sul lato opposto rispetto al giorno precedente. Salita al sentiero di crinale AVP (Cai 00) attraverso Rocca Pumacciolo. Percorso in quota sempre sulla linea tra Emilia Toscana passando da Monte Paitino (1814), il Monte Sillara (1859) passando a fianco ai Laghi di Sillara, ai Laghi di Compione e al Lago Martino. Arrivati alla vetta del Monte Bragalata (1855) si inizia la discesa alla Capanna Cagnin per il pranzo al sacco e costeggiando il Lago Verde si raggiunge il Lago Ballano a quota 1335.
Dal sentiero ormai quasi pianeggiante all’interno delle faggete ad alto fusto si raggiungono a metà pomeriggio gli impianti di Prato Spilla dove dal rifugio ripartirà il bus navetta per il rientro alla stazione di Parma.
12 km con tot. salite accumulate 900 m. – discese 900.