Terza parte del Sentiero dei Celti, da Bobbio al Monte Penna

Partendo dalla splendida Bobbio, risaliremo fino al crinale che divide le due valli del Trebbia e del Nure. Seguiremo dall’alto il corso dei torrenti, utilizzando i sentieri di crinale per addentrarci nelle aspre vallette liguri, caratterizzate da paesaggi delle pietre emerse che riportano alle eruzioni vulcaniche sottomarine di quasi 200 milioni di anni fa.
Eccoci quindi per la prima volta in un paese ligure: Santo Stefano d’Aveto. Da qui entriamo nel cuore del cammino, arrivando ai piedi della mitica vetta del Monte Penna. Il suo nome sembra derivare dal dio Pen, adorato dagli antichi Celti Liguri e al quale si dovrebbe anche la denominazione dell’intera catena montuosa degli Appennini.

Questo trekking rappresenta la terza parte di un percorso che abbiamo suddiviso in quattro parti totali (e 11 tappe) che parte da Milano per arrivare al mare: il Sentiero dei Celti e dei Liguri (sito web:  www.sentierodeicelti.it).

Lunghe camminate giornaliere che, seppur affrontate in tutta tranquillità, sono adatte a buoni camminatori.

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Giorno 1 – Da Bobbio a Mareto
Ore  9.30 – Ritrovo a Bobbio, davanti all’abbazia di San Colombano e visita al meraviglio centro storico. Partiamo quindi per il primo giorno di trekking attraversando il mitico “Ponte Gobbo” (che sembra essere stato rappresentato da Leonardo da Vinci sullo sfondo della “Gioconda”). Risaliamo quindi la sponda destra della Val Trebbia fino a Coli e quindi ecco la splendida Sella dei Generali. Da qui entriamo in val Nure per ristorarci e pernottare in un bel borgo dell’Appennino Piacentino.

Difficoltà percorso: “E”  – Escursionistico. Lunghezza: 20km, dislivello totale in salita: 1150m

Giorno 2 – Da Mareto a Santo Stefano d’Aveto

Colazione, rifornimento panini e altro, partenza per l’escursione più impegnativa, con percorso sul crinale panoramico che porta alla vetta piramidale e con vista a 360° del Monte Carevolo, per poi inoltrarci attraverso i pascoli d’alta quota del Monte Crociglia.
Pranzo al sacco nei meravigliosi prati di vetta.
Nel pomeriggio entreremo in Liguria dalla parte più aspra della Val d’Aveto, attraversando la cosiddetta «Valle Tribolata».
ore 18.00 –  Circa – Arrivo in albergo. Doccia, cena, cielo stellato e pernottamento (camere doppie, triple, quadruple, con bagni in camera).

Difficoltà percorso: “E”  – Escursionistico. Lunghezza: 27km, dislivello totale in salita: 1150m

Giorno 3 – Da Santo Stefano d’Aveto al Passo del Chiodo
Colazione, rifornimento panini e altro. Partenza escursione: risaliamo la Valle dell’Aveto fino la base del Monte Maggiorasca e attraverso il Passo della Lepre arriviamo ai prati del Monte Tomarlo per il pranzo al sacco. Da qui proseguiamo sullo spartiacque panoramico che divide la Valle dell’Aveto da quella del Ceno: ecco davanti a noi la mole del Monte Penna, fulcro di queste valli e cuore del Sentiero dei Celti e dei Liguri
Ore 15.30 circa: arrivo al Rifugio Casermette del Penna.
Ore 16:30 circa– Ritorno a Bobbio con pulmino organizzato

Saluti, baci&abbracci… e alla prossima avventura! 😉

Difficoltà percorso: “E” – Escursionistico. Lunghezza: 12km, dislivello totale in salita: 550m

Durata

3 giorni

Qualche immagine in anteprima

Equipaggiamento

Zaino con pranzo al sacco per il primo giorno. Borraccia o bottiglia per almeno 1,5 litri di acqua. Calzature alte meglio se impermeabili (tipo scarponi suola vibram o scarpe da trekking), abbigliamento da trekking da media montagna, mantellina impermeabile (o cerata). 2 cambi di maglietta e biancheria, un salviettone. Consigliati: shampoo, crema solare, cappellino, cerotti anti-vesciche (tipo “Compeed”).

Grado di difficoltà

Media di tipo E

Cosa significa DIFFICOLTÀ MEDIA DI TIPO "E"?
Itinerari che si svolgono su terreni di ogni genere, non necessariamente segnalati al piano di calpestio, ma chiaramente riportati in cartografia, ivi compresi quelli che presentano forte esposizione, svolgendo livelli e sviluppi sempre superiori a quelli di grado T; sviluppano in zone scarsamente antropizzate, dove l’attraversamento di corsi d’acqua può avvenire a guado, senza però che vi sia pericolo di essere trascinati dalla corrente in caso di caduta, o con l’utilizzo di “ponti tibetani” o passerelle assimilabili, dove è in genere difficoltoso trovare rapidamente riparo dalle intemperie o chiamare aiuto in caso di infortunio e spesso può non essere facile approvvigionarsi di acqua potabile e cibo. È percorribile anche da famiglie con bambini ed anziani, a patto che siano sufficientemente allenati e in ottime condizioni di salute, che non soffrano di vertigini, che siano equipaggiati in modo adeguato e specifico, che conoscano bene l’ambiente di svolgimento e siano in grado di orientarsi agevolmente usando la carta topografica e l’orientamento intuitivo.

Segnalazioni particolari

Va segnalata alle guide ogni esigenza particolare, allergia, condizione di salute, ecc…
Le guide si riservano di escludere, prima della partenza e della raccolta delle quote, chi non ritenessero idoneo per condizioni o equipaggiamento. Per la tutela della sicurezza della persona stessa e/o della sicurezza del gruppo.
In caso di motivata esclusione non sono previsti rimborsi di viaggi e di nessun altro tipo, se non l’eventuale quota di partecipazione versata, anticipi compresi.
Si chiede di avvertire il prima possibile in caso di rinuncia all’escursione.
I partecipanti sono tenuti a seguire le direttive degli accompagnatori, a non abbandonare il gruppo e il sentiero senza autorizzazione.

Emanuele Mazzadi – Guida Ambientale Escursionistica – socio Aigae – iscritto al Registro Italiano delle Guide Ambientali Escursionistiche con il numero ER371 – professione svolta ai sensi della legge 4/2013.